MASSIMO ROSSETTI
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10 anni in formaldeide cosciente
MACRO ASILO
AMBIENTE#2
a cura di Gianluca Marziani
Massimo Rossetti torna oggi ad esporre dopo dieci anni di metodica lontananza da gallerie e musei. Un decennio in cui l’artista ha ideato progetti di ampio respiro, cercando nuove riflessioni attorno al ruolo dell’artista, alla posizione sociale dell’opera, al legame fisico con gli spazi, ai codici della fruizione liquida in un sistema tecnologico. Tre di questi progetti diventano oggi la scansione elaborativa dell’AMBIENTE curato da Gianluca Marziani per il MACRO. Tre passaggi concettuali in cui il museo accende l’occhio riflessivo, offrendo al pubblico alcune domande fondamentali: che peso mantiene l’artista nella vita sociale, che valore può avere l’opera in un presente dal consumo rapidissimo, che senso hanno le mostre reali in un mondo dove il software vince sulle forme di hardware?
Per tentare alcune plausibili risposte, Massimo Rossetti ha smesso di dipingere circa dieci anni fa, presentando una sorta di ultimo quadro, un epilogo concettuale che oggi sarà la prima sezione del progetto. Il titolo dell’opera, MASSIMO ROSSETTI RIFIUTA DI ESPORRE, è il senso stesso del pezzo, nonché l’incipit narrativo che introduce il progetto per incarnarne lo spessore sociologico e ipervisuale. Un rifiuto che è arrivato dopo anni di consensi come pittore figurativo, a riprova di una veggenza sulle instabilità del presente, sul cambiamento che investe i musei, sulla graduale scomparsa della galleria privata, su come si stia trasformando il marketing di un artista.
La seconda sezione occuperà buona parte della sala e già dal titolo spiega il suo tema: OPERE MAI ESEGUITE, un gruppo di dieci lavori che non hanno mai preso forma in questi dieci anni, la materia grezza e reale di un’azione ideale e volutamente inespressa. E’ una sorta di completamento delle analisi di Giulio Paolini e Ugo Mulas: per Rossetti si tratta di superare il valore tautologico del primo e il metodo linguistico del secondo, affermando un valore antagonista con ricadute analitiche sulle filosofie del presente, sul cambiamento in atto, sulla coscienza di un tempo nuovo.
La terza sezione, proprio perché la pittura incarna l’identità profonda di Rossetti, ruota attorno al valore tecnologico del processo figurativo. QR CODE include una serie di quadri, raffiguranti le tipiche griglie dei Quick Response Code. I lavori ragionano sul legame tra titolo e immagine dietro la geometria, un gioco di cortocircuiti che spiazza il fruitore e lo rende un soggetto ibrido, al confine tra l’elaboratore di un dato, l’utente tecnologico attivo e il cultore fluido di una bellezza rinnovata.