MASSIMO ROSSETTI
Massimo Rossetti concepisce l’arte come un detonatore concettuale, uno strumento estetico che, rivelando i nostri limiti percettivi, alimenta il terreno d’azione inclusiva tra noi e gli altri. La sua pittura elabora griglie architettoniche - scale, palazzi, camere, finestre - in cui i corpi si muovono a campo aperto, scivolando verso i margini, scomparendo e apparendo, dimostrando quanto sia asimmetrica la dialettica relazionale (corpi, azioni e contesti con equilibri sempre diversi tra le parti). Il controcampo analitico porta così al close-up sui volti, frame di una griglia cognitiva in cui la semantica aperta produce empatia tra soggetto pittorico e fruitore, svelando i layer (la complessità’ individuale) sotto le asimmetrie dell’apparenza mediatica.
Dieci anni fa, sentendo un limite espressivo, l’artista ha prodotto uno statement di spartizione temporale: MASSIMO ROSSETTI RIFIUTA DI ESPORRE, sia titolo che oggetto della tela, un lettering antagonista che ha condensato un percorso oltre il telaio. La pittura non bastava più, c’era un contesto reale in cui inglobare la griglia figurativa, al punto da rendere le performance e le installazioni un fatto pittorico su larga scala, un ambiente relazionale per dilatare o comprimere il campo magnetico dei corpi. Da qui il progetto OPERE MAI ESEGUITE, dieci lavori che non hanno preso forma nell’ultimo decennio, la materia grezza e reale di un’azione ideale e volutamente inespressa. Da una parte un quadro che dichiara ma esclude l’oggetto del dipingere, dall’altra opere che evitano l’esecuzione per riaffermarla: due cortocircuiti del pensiero che aprono il ventaglio tematico e ribaltano molte certezze sul “fare arte” oggi.
“Essere ma non esserci”, parafrasando il dubbio amletico, che potrebbe diventare “Esserci ma non essere”, un bilico intercambiabile che dipende dalla distribuzione dei pesi tra soggetto (persone) e ambiente (spazi relazionali), tra forma e sostanza, tra idea e sviluppo finale. Quel dubbio filosofico è il paradigma progettuale di Massimo Rossetti, la sua detonazione che cuce assieme la pittura, l’azione, la scultura, il video e le possibili combinazioni linguistiche. L’opera diventa un’equazione dal risultato soggettivo, un campo flessibile per riconnettere Uomo e Tekné. Ogni nuovo progetto, da QR CODE a OVNI, da DEEPNESS a TEMPO, da DRONEIDE agli altri lavori, attesta un medesimo approccio: affrontare lo spazio del corpo mentre si definisce il corpo dello spazio.